---------------Drama is life with the dull bits cut out------------------


Drama is life with the dull bits cut out.

sabato 9 luglio 2011

Crash - Contatto fisico





E’ la prima regia di un ottimo sceneggiatore, Paul Haggis, capace di un capolavoro come “Million dollar baby” e le premesse sono ottime. Il risultato un po’ meno. Il film racconta una giornata qualsiasi a Los Angeles anche se di ordinario e scontato in quella serie di eventi, montata con ordine e suspense, non c’è nulla. 
Apparentemente i “non protagonisti” sono tutte persone normali e indipendenti: dal procuratore distrettuale ai poliziotti uniti nell’uniforme ma diversi nell’animo, dal negoziante immigrato al padre di famiglia, dal regista di colore ai due ladruncoli di periferia. 
In realtà hanno cuciti addosso tutti gli stereotipi di un’America multietnica: la xenofobia, la paura e la diffidenza nei confronti del prossimo, la rabbia repressa che sfocia in violenza, propria di una società, già fragile, ulteriormente indebolita dall’ 11 settembre.
Potrebbe sembrare il solito film sul razzismo ma non è proprio così. Ci si rende presto conto che il punto focale è la poca voglia o possibilità di comunicare che portano alla violenza e alla tragedia, indipendentemente da colore, lingua o religione di chi è coinvolto.
Manca però un filo conduttore per rendere la storia più fluida e reale, per giustificare lo “scontro” appunto a cui andranno incontro i personaggi; qui traspaiono i principali limiti della regia, molto capace tecnicamente e nella scelta azzeccata della colonna sonora che ben sposa gli eventi, ma non all’altezza nel trasmettere un messaggio troppo nascosto per essere alla portata di tutti.
I personaggi, proprio perché tanti, non hanno una propria psicologia e non si nota il loro progressivo cambiamento nel trascorrere della giornata.
E’ proprio questa mutazione la chiave del film, la riconciliazione con la vera essenza del proprio animo, inquinato dalla vita dura e a volte crudele di un’ America ormai lontana dal proprio sogno. Esiste un modo per riscattarsi, è possibile recuperare la dignità perduta e ritornare a essere se stessi? Sono queste le domande a cui, più che cercare di rispondere, Haggis si è ispirato.

venerdì 8 luglio 2011

L'erede - The heir

Un radiologo milanese riceve in eredità una tetra villa sui monti sibillini, scontrandosi però con l'ira di vicini che l'avrebbero voluta per sé, pronti a qualsiasi forma di ricatto o violenza pur di ottenere ciò che desiderano: non certo l'emblema dell'originalità, ma un punto di partenza sicuro per il noir che segna l'esordio dell'italofrancese Michael Zampino alla regia.

Gli elementi per creare una buona trama, seppur non eccessivamente complessa, ci sono tutti. Le ombre di un oscuro passato, gli strani vicini di casa, il ruolo giocato dagli onnipresenti conigli: ogni singolo particolare contribuisce a creare la cupa atmosfera in cui i personaggi si muovono, soffrono o fanno soffrire atrocemente.

Sicuramente una buona prova per gli attori, su tutti Alessandro Roja, il Dandi della serie Romanzo Criminale, qui chiamato a ricoprire il ruolo di un protagonista debole ed indifeso, catapultato in una realtà molto più cruenta di quella in cui vive quotidianamente. 
Una menzione anche a Zampino, che con un budget ridotto all'osso, poche ambientazioni e uno scarso aiuto da parte della scarna fotografia, ma grazie a qualche ottima scelta a livello di colonna sonora, riesce a dare alla pellicola una tensione sempre crescente e a fornire allo spettatore qualche interessante spunto di riflessione.

Se fosse stato ambientato in Texas e girato da un regista affermato, i soliti ruffiani parlerebbero di capolavoro. Non lo è, non lo sarebbe stato comunque: ciò non toglie che possa essere vivamente consigliato agli amanti del genere. Pur nella sua semplicità, infatti, gode di una buona realizzazione e soffre di lacune non eccessivamente gravi. 



Si ringrazia Mymovies.it per l'anteprima: troverete L'erede nelle sale cinematografiche a partire dall'8 luglio.

mercoledì 6 luglio 2011

Presentazione

Un torrido pomeriggio torinese può portare ad un bivio: da un lato, momentaneamente si intende, i libri di economia, dall'altro l'avventura di un nuovo blog dedicato ad una grande passione. E' ormai palese dove sia ricaduta la scelta.

Così, per sfuggire alla calura, due studenti di ingegneria decidono di cercare un'aula libera e climatizzata in quel del Lingotto. 

L'obiettivo è ambizioso: diventare un punto di riferimento per gli amanti del cinema, quelli veri, che sanno andare oltre i trailer, le icone create ad hoc e la saccenza dei critici improvvisati.

Offriremo senza troppe pretese il nostro punto di vista, da persone comuni ma appassionate, sperando di potervi essere utili: il panorama cinematografico di oggi è troppo vasto, per cui la nostra vuole essere una traccia, una sorta di percorso in rigoroso ordine sparso, ben sapendo che il tempo non sarà mai sufficiente per poter vedere tutto ciò che meriterebbe di essere visto.

Ad ogni buon conto, non resta che augurarvi un buon viaggio attraverso il cinema, ovvero la vita senza tempi morti.